Dead On Arrival review on Ver Sacrum

Start affidato alla viziosa “700.000”, Dead on arrival si presenta così, uno sguaiato omaggio al glam ottantiano coniugato al punk più viscerale, quello ascrivibile alla fondamentale lezione dei Dead Boys dell’allora giuovine Stiv Bators (mai troppo compianto, il Nostro piccolo grande cantante…). Una delle influenze dichiarate esplicitamente dai torinesi, i quali si dimostrano competenti nel rileggere le pagine imbrattate di rossetto dei diari sonori rilasciati da Faster Pussycat e Jet Boy (e Cats ’n’ Boots, perché no?), cedendo alla facile tentazione dell’anthem tanto caro agli scan-rockers, perché ci vuole, e noi ne siamo as-so-lu-ta-men-te convinti, tanto che “Luxury depression” esplode letteralmente dalle casse dello stereo! Quando il ritmo rallenta, lasciando il campo libero al sentimentalismo, ecco che la zuccherosa “More than it hurts you” si dimostra degna nipotina di quella “Don’t you ever leave me” che (per fortuna!) Michael Monroe e Andy McCoy hanno voluto tralasciare ai posteri, per il resto Dead on arrival coglie appieno l’obiettivo che si era posto, ovvero divertire senza troppe pretese…

http://www.versacrum.com/vs/2011/03/hollywood-killerz-dead-on-arrival.html

Dead On Arrival review on Italia di Metallo

Ed ecco una ventata di Glampunk che ci arriva dai Torinesi Hollywood Killerz che dopo aver firmato il contratto con la logic(il)logic figlia della Street Symphonies rec. ci propongono questo buon “Dead On Arrival”.

Potremmo definirli gli Hardcore Superstar italiani, sia per attitudine che musicalmente, anche se forti sono le influenze della scena glam degli anni 80.

Guns&Roses, i Motley Crue di metà cariera e Hanoi Rocks su tutti!

L’album in questione porta l’ascoltatore a smuovere le chiappe durante l’ascolto, un’ atmosfera festaiola da paura.

La band riesce tranquillamente a farsi valere.

Partendo dall’opener “700.000” ci troviamo al cospetto di un sound davvero accattivante, a volte ruvido e diretto a volte con inserti più morbidi, con melodie ruffianissime!

“Grey Celebration” e “Luxury Depression” sono tra i punti forti dell’album senza sminuire gli altri ottimi pezzi.

Nota di merito va tra l’altro alla graffiante voce di Harry!

Come tradizione del caso vuole non mancano due ballad ben fatte e coinvolgenti come “How (Could I)” e “More Than It Hurts You”. Non è raro qui in mezzo non sfociare in qualche punta pop!

Tutti i pezzi seguono la stessa linea con certi guitar-solos davvero azzeccati.

Di certo gli HK mettono anche un pò della loro personalità (oltre a forti dosi di hard rock), per quanto si muovano su una strada battuta e ribattuta musicalmente parlando. Un album degno di ascolto ed immancabile nella collezione di ogni amante del genere!

Complimenti vivissimi! This is the new Rock&Roll!

Francesco P. Russo

Dead On Arrival review on Calles Rock Corner

Hollywood Killerz er et italiansk glam/sleaze/punk band fra Torino. Bandet består af Harry (sang), Simo (guitar), Juri (guitar), Dome (bas) og Roby (trommer) og de siger selv, at de er inspireret af ”life, sex and death”.

Dead On Arrival er bandets debut album og består af 13 sange. Skal jeg beskrive stilen, så må det være en god blanding af Faster Pussycat, Pretty Boy Floyd, Hanoi Rocks og en smule Dead Boys og The Lords Of The New Church. Jeg synes godt man kan høre lidt inspiration fra de nævnte bands i de forskellige sange på albummet. Hollywood Killerz formår at blande den old school glam/punk stil med den mere nye lyd og dermed virker albummet tidløst. Dertil skal det dog siges, at de ikke opfinder noget nyt og det tror jeg faktisk heller ikke er deres intention. Jeg tror bare de spiller fordi de elsker det.

De bedste sange på Dead On Arrival er efter min mening ”Grey Celebrations”, ”Girls R Dead”, ”Our Memories May Be Right” og ”More Than It Hurts You”. Sidst nævnte er et af de mere down tempo numre på albummet. Jeg synes sangene variere rimelig godt og man bliver ikke træt af musikken, selvom der er hele 13 sange.

Bandet spiller godt og Harry’s stemme er hæs og ”skinger” og det passer godt til denne genre. Han minder mig lidt om Michael Monroe (ex. Hanoi Rocks). Bandet har selv stået for produktionen og det har de gjort godt. De har i hvert fald ramt plet, hvis de prøver at ramme førnævnte stil (sleazy-galm-punk). Konklusion: Et tidløst album, som kan anbefales hvis du kan lide nogle af ovennævnte bands.

Dead On Arrival review on RockingBoy

Kickstart My Heart within 10 seconds, denn dann geht der Punk ab. “700000” nennt sich der Opener auf der neuen HOLLYWOOD KILLERZ Scheibe “Dead On Arrival”. Und der geht gleich voll auf die Zwölf. Kurz und kompromisslos mit einem Wahnsinnsrefrain. Dieses Schema setzt “Grey Celebrations” fort, bevor es mit “Luxury Depression” und “Girls R Dead” noch punkiger wird. “How (Could I)” bietet eine kleine Verschnaufpause, ist aber ein weiteres Highlight der Italiener wie auch “Going Down”. Aber was für Mucke machen die fünf Jungs aus Turin eigentlich genau? Stellt Euch HARDCORE SUPERSTAR mit einer ordentlichen Portion Punk vor oder PRETTY BOY FLOYD in der Gosse. Genau dazwischen fahren die HOLLYWOOD KILLERZ 13 Songs auf, die meist mit ihren eingängigen Melodien und purer Aggression punkten können. Geschmackssache ist wiederum die Stimme von Sänger Harry, der nicht gerade als Gesangstalent bezeichnet werden kann, aber macht das bei einer Glam Punk Band überhaupt etwas aus? Das muss jeder für sich entscheiden, das Gesamtpaket passt auf jeden Fall. Leider lässt die Platte nach den ersten 6 Stücken nach, sonst wäre “Dead On Arrival” eine richtige Abrissbirne. So bleibt eine wirklich gute Rotzrockglampunk Scheibe, die Genrefans unbedingt antesten sollten. Italien baut seinen Ruf als Rocknation weiter aus!

Wertung: 8 von 10

Stefan

http://www.rockingboy.de/html/hollywood_killerz.html

Dead On Arrival review on Audiodrome

Per quanto riguarda la patria d’adozione bisogna, invece, sorvolare l’Oceano e finire negli States, dove i ragazzi sembrano aver lasciato il cuore e da dove proviene il loro rock’n’roll stradaiolo e bastardo quel che basta per mantenere il piglio del fuorilegge. Dritti dagli Ottanta e da quel calderone maleodorante da cui sono fuoriusciti LA Guns, Faster Pussycat, Mötley Crüe e allegri compagni di scorreria, gli Hollywood Killerz riportano d’attualità l’attimo in cui punk e glam si guardarono dritti negli occhi e si inchinarono al rock’n’roll, sguaiati, nichilisti, incuranti delle critiche e dei tentativi di addomesticarne l’attitudine. Non bastasse, i torinesi girano lo sguardo al proto-punk e strizzano l’occhio alle college-radio con l’immancabile ballad elettrica, così da realizzare un album completo e figlio di un sentire ormai sempre meno comune. Dead On Arrival è un tributo alla stagione d’oro dell’attitudine sleale e del glam-punk, ma non si appiattisce lungo un unico percorso, mostrando piuttosto tutte le sfumature di cui la formazione è capace e tutte le declinazioni di cui il genere può essere oggetto. La capacità di centrare il coro ruffiano e la voglia di contagiare l’ascoltatore donano al disco il piglio giusto e sopperiscono ad una evidente (e voluta) mancanza di originalità: in fondo si tratta sempre del buon vecchio rock’n’roll, iniettato di metal e sporcato di punk, ma fedele a sé stesso e al credo che ne segna il cammino. In quanto alla personalità, gli Hollywood Killerz dimostrano di averne e non si lasciano intimorire da paragoni scomodi e numi tutelari di sorta, vanno decisi per la loro strada e si imprimono nella mente, dimostrano di conoscere tutti i trucchi del mestiere e suonano con disinvoltura, perché si dovrebbe chiedere qualcos’altro?

A cura di: Michele Giorgi

http://www.audiodrome.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=7171