Dead On Arrival review on Ver Sacrum

Start affidato alla viziosa “700.000”, Dead on arrival si presenta così, uno sguaiato omaggio al glam ottantiano coniugato al punk più viscerale, quello ascrivibile alla fondamentale lezione dei Dead Boys dell’allora giuovine Stiv Bators (mai troppo compianto, il Nostro piccolo grande cantante…). Una delle influenze dichiarate esplicitamente dai torinesi, i quali si dimostrano competenti nel rileggere le pagine imbrattate di rossetto dei diari sonori rilasciati da Faster Pussycat e Jet Boy (e Cats ’n’ Boots, perché no?), cedendo alla facile tentazione dell’anthem tanto caro agli scan-rockers, perché ci vuole, e noi ne siamo as-so-lu-ta-men-te convinti, tanto che “Luxury depression” esplode letteralmente dalle casse dello stereo! Quando il ritmo rallenta, lasciando il campo libero al sentimentalismo, ecco che la zuccherosa “More than it hurts you” si dimostra degna nipotina di quella “Don’t you ever leave me” che (per fortuna!) Michael Monroe e Andy McCoy hanno voluto tralasciare ai posteri, per il resto Dead on arrival coglie appieno l’obiettivo che si era posto, ovvero divertire senza troppe pretese…

http://www.versacrum.com/vs/2011/03/hollywood-killerz-dead-on-arrival.html